Com’era il paesaggio tra Città della Pieve e il lago al tempo del Perugino? C’è un legame tra i paesaggi rappresentati dall’artista e le reali caratteristiche della sua terra? Scopritelo con noi, “camminando” sulle tracce della storia!
Passare dalle opere del Perugino al paesaggio reale è un’attività da praticare con cautela. Le opere sono certamente importanti fonti storiche per la ricostruzione del paesaggio antico: tuttavia, bisogna evitare di voler per forza individuare nei dipinti elementi reali.
L’“ambiente umido” è presente in tantissime opere del Perugino. Spesso non distinguiamo se quelli rappresentati sullo sfondo siano fiumi o laghi, e il limite tra acqua e terra è talvolta poco marcato, sfuggente.
In molti casi torna il tema dell’acqua abbondante, ed emergono paesaggi misti collinari e pianeggianti, a tratti boschivi ma con ampie aree aperte dove l’acqua sembra incanalarsi. Quello rappresentato sembra proprio il paesaggio tra il lago e la Valdichiana, ricco di acque. Ma Pietro costruì un suo modello di natura: non è un ritratto della realtà, ma è una rappresentazione ispirata (vicina alla realtà). Il paesaggio tanto spesso rappresentato è quello della sua terra , ma c’è un rapporto indiretto, evocativo. La realtà è “ricordata” e “idealizzata”.
Il Trasimeno è un lago di origine tettonica, la cui evoluzione è strettamente connessa a quella della vicina Valdichiana. I paesaggi del Perugino risentono della grande presenza d’acqua che, per millenni, ha riguardato tutta l’area, inclusa la Valdichiana.
Anche la Valdichiana, definitivamente bonificata nel ‘700, è stata a lungo un ambiente quasi lacustre. Ancora oggi comprende i laghi di Chiusi e di Montepulciano, detti “Chiari”.
Città della Pieve guarda quella che oggi è detta la “Valdichiana Romana”, attraversata dal fiume Chiani: quest’ultimo è affluente del Paglia, che a sua volta si getta nel Tevere. Dalla zona di Chiusi fino al territorio di Arezzo si estende invece la Valdichiana senese e poi quella aretina.
In questa lunga valle un tempo scorreva un unico fiume, il Clanis, da nord verso sud. Da Chiusi alla zona di Orvieto il fiume ha mantenuto il suo antico corso. In direzione di Arezzo, invece, dopo le bonifiche il corso del fiume è stato invertito e oggi abbiamo il Canale Maestro della Chiana, che si getta nell’Arno.
Molti millenni fa, il Trasimeno era unito alla Valdichiana. Ancora durante la preistoria vi era un collegamento naturale tra i due bacini.
Testo classe II C
Nella preistoria e protostoria il Trasimeno e la Valdichiana erano probabilmente uniti da corsi d’acqua presenti nella zona a sud-ovest del lago. In età etrusca e romana il fiume Clanis era navigabile, come possiamo dedurre da alcune fonti letterarie antiche.
Chiusi, grande capitale etrusca, poi città romana, sorgeva proprio sul fiume Clanis. Più a nord vi era poi Cortona, situata in collina più distante dalla valle. Il territorio aveva già a quell’epoca la caratteristica di una zona tendente all’impaludamento, e le popolazioni fecero senza dubbio interventi per mantenere stabile e sano il territorio.
La zona era attraversata da importanti strade: la Via Cassia, da sud a nord, e la Via Amerina, proveniente da Perugia. Sappiamo che in età etrusca e romana la valle tra Chiusi e il lago Trasimeno era un territorio ricco e molto molto fertile.
Nel medioevo la Valdichiana si impaluda fortemente, dando molti problemi alle comunità locali.
Testo classe II C
Il paesaggio del Trasimeno e della Valdichiana è presente in diverse opere pittoriche e cartografiche. Pietro ne ritrae gli aspetti salienti: tuttavia è sempre difficile riconoscervi elementi reali. Il territorio è raffigurato anche da Leonardo Da Vinci.
Tra il 1502 e il 1503 Leonardo da Vinci elaborò uno studio di sistemazione idraulica della Valdichiana: il progetto, mai realizzato, prevedeva la costruzione di un canale navigabile lungo l’Arno fino a Pisa che comunicava con il lago Trasimeno. Esito di questo studio fu la realizzazione di una carta del territorio, nella quale le acque rappresentate sono strabordanti, e intere aree della Valdichiana appaiono sommerse; il Trasimeno ha già il suo emissario.
Lo stesso territorio, visto da Cortona, si riconosce anche nella Visitazione del Beato Angelico, del 1430. Sono numerose le carte geografiche disegnate durante il ‘500 e il ‘600 che raffigurano il territorio.
Testo classe II C
Il Trasimeno è privo di emissari naturali. Nel ‘400 viene quindi costruito un emissario per controllare i livelli del lago, collegato al Tevere attraverso il torrente Caina. La Valdichiana conserva straordinarie opere per la bonifica del territorio.
Il canale maestro della Chiana è un canale artificiale a nord di Chiusi la cui costruzione iniziò nel '300 per dare avvio alla bonifica della Valdichiana. Numerose sono le infrastrutture presenti nella valle attorno a Chiusi che hanno permesso la completa bonifica nel ‘700, con la quale si è conclusa l’inversione della Chiana.
Diversi interventi hanno riguardato anche la zona tra Panicarola e Moiano, con le opere di gestione del torrente Tresa e la realizzazione del torrente Anguillara, oggi il principale immissario del lago.
Tra il 1420 e il 1423 Braccio da Montone, al tempo signore di Perugia, realizzò l’emissario al Trasimeno. Questo è ancora visibile presso l’Oasi “La Valle” di San Savino di Magione, dove fu poi realizzato, alla fine dell’ ‘800, un nuovo emissario ancora oggi funzionante.
Testo classe II C
Conoscete la storia del Lago Trasimeno, o meglio, della sua portata? È una storia molto affascinante: il livello dell’acqua ha subìto moltissime variazioni nel corso dei millenni. Anche la Valdichiana ha subìto variazioni, simili al lago ma con una storia diversa.
La portata del Trasimeno è variata negli anni. Dalla preistoria al XII secolo il livello dell’acqua si è attestato tra 255 e 256 metri s.l.m. Nella seconda metà del XIV era salito tra 258 e 259 m s.l.m., richiedendo poi, dal 1420, la costruzione dell’emissario.
Già dal 1450 circa, negli anni in cui nasce il Perugino, l’acqua era salita a quota 261 circa, e solamente dieci anni dopo, per circa un decennio, tornò più bassa del normale. Dato l’innalzamento del lago nel 1482-1490, si decise di far confluire il Tresa e Il Rio Maggiore verso Chiusi per svuotare in parte il lago nel Chiani. Tra ‘500 e ‘600 ci furono importanti piene.
In generale, sappiamo che nei secoli XV-XIX il lago ha raggiunto i livelli medi massimi (attorno a 260 m s.l.m.). Oggi il livello programmato è 257 m circa, regolato dall’emissario moderno.
Testo classe II A
Al tempo del Perugino l’ambiente era dominato da una grande presenza d’acqua. Il livello dell’acqua era alto sia nel lago Trasimeno, sia nella Valdichiana, la quale era una zona ricca di aree paludose.
Già Dante Alighieri nella sua Commedia aveva descritto l’impaludamento della Valdichiana.
Tra il 1502 e il 1503 Leonardo da Vinci elaborò, su incarico di Cesare Borgia, uno progetto di sistemazioni idrauliche del territorio, che prevedeva la costruzione di un canale navigabile
lungo l’Arno comunicante con il lago. Questa caratteristica emerge chiaramente nella carta realizzata da Leonardo da Vinci, dove possiamo osservare che a quel tempo il territorio era prevalentemente impaludato.
Tutti i dati raccolti ci confermano questa caratteristica: il territorio era dominato da acque alte. Per questo motivo nell’immaginario del Perugino l’elemento acqua è così presente.
Testo Classe II A
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