IL PAESAGGIO NELLE OPERE DEL PERUGINO

    Pietro Vannucci ha indagato il paesaggio per tutta la sua vita da artista, affrontandolo in maniera mutevole ora naturalistico, ora riflessivo, ideale e immutabile, reale e fragile. Vi accompagniamo in questo viaggio.

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    LA PROSPETTIVA AEREA

    Perugino, come Leonardo da Vinci, ha introdotto nelle sue opere un importante elemento naturale che modifica la percezione dei colori della natura al variare della distanza dall’osservatore: L’ARIA

    Dettagli e approfondimenti

    Nella prospettiva aerea la natura acquista tridimensionalità e profondità, l’intuizione pittorica è dovuta all’osservazione che l’aria non è un mezzo del tutto trasparente ma una materia vera e propria, che all’allontanarsi dei soggetti dal punto di osservazione ne modifica i colori e la nitidezza. Le colline prendono toni azzurri e sono meno nitidi, come anche i contorni, più sfumati. La tecnica sarà poi conosciuta negli anni seguenti al Perugino con il nome di “sfumato leonardesco”.

    Testo classe II A

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    L'AFFRESCO AL TEMPO DEL PERUGINO

    Al tempo del Perugino, alcuni colori venivano ricavati dalle pietre, altri dalle terre. Quelli più utilizzati erano l'ocra, il marrone e il rosso; per esempio, per ottenere l’azzurro si usava l'azzurrite, una pietra economica che dava un colore stupendo e intenso.

    Dettagli e approfondimenti

    Il Perugino usava la tecnica dello “spolvero” e del “ricalco”. La tecnica dello spolvero permetteva di portare un disegno su altre superfici; dapprima si disegnava a grandezza naturale su un cartone e con una punta si perforano i contorni del disegno.

    Per il ricalco si appoggiava questo cartone sulla superficie da decorare e con un sacchetto di stoffa riempito con carboncino o gesso o sanguigna si premeva per far passare la polvere attraverso i fori del cartone sul muro, così da avere una sagoma da ricalcare.

    Testo classe II A

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    IL PAESAGGIO REALE

    I paesaggi reali sono molto rari da trovare nelle opere del Perugino, visto che molto spesso sono rappresentati paesaggi ideali.

    Si potrebbe piuttosto dire che Perugino ha memoria dei suoi luoghi natali e trasporta nelle sue opere questi ricordi.

    Dettagli e approfondimenti

    Alcuni elementi sono invece rappresentati sempre con estrema verità e precisione. In alcune opere il Perugino, anche se rappresenta paesaggi inventati, riproduce fiori, alberi o erbe reali.

    Ad esempio nel “Viaggio di Mosè e circoncisione del suo secondo figlio” nella Cappella Sistina  c’è la perfetta rappresentazione di una palma, in altre opere troviamo cipressi, roverelle ed essenze floreali dipinte con molti particolari, alla maniera di Botticelli, amico e compagno di studi a Firenze.

    Testo classe II A

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    IL PAESAGGIO IDEALE

    I paesaggi raffigurati dal Perugino sono così perfetti, imponenti e dotati di potere evocativo che viene da chiedersi se siano davvero reali o frutto della sua fantasia.

    Dettagli e approfondimenti

    I paesaggi del Perugino sono reali, ma vengono idealizzati dall’artista umbro. Ma quali sono questi paesaggi? Sono le terre, le dolci colline della campagna, le acque in lontananza del lago Trasimeno, la Valdichiana, i boschetti, i fiumi e gli specchi d’acqua della sua terra natia. Nelle sue opere, infatti, non mancano mai questi elementi naturalistici che spesso assumono un significato simbolico, come, ad esempio, il colore bianco della primula nel Battesimo di Cristo conservata nel Duomo di Città della Pieve, che simboleggia la purezza e il rinnovamento dello Spirito. 

    Testo classe II A

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    L'ERBARIO DEL PERUGINO

    Il Perugino era molto attento ai piccoli dettagli come, per esempio, i fiori, gli arbusti e alcune piante ad alto fusto, dipingeva soprattutto: papaveri, primule, margherite, malva, gigli, tarassaco, tanaceto, rose canine e ranuncolo.

    Dettagli e approfondimenti

    Troviamo un esempio nell’opera “Il Battesimo di Cristo” in duomo a Città della Pieve, qui si notano alcuni dettagli floreali come per esempio la primula (primula vulgaris), questa pianta cresce da gennaio ad aprile. Normalmente i fiori in queste opere hanno anche un significato simbolico e allegorico. Il bianco rappresenta la purezza, il rosso la passione e il sangue.

    Un’altra opera dove Perugino da’ prova di grande attenzione alla rappresentazione scientifica delle essenze vegetali è il “Trittico Galitzin”, ai piedi della croce si osservano papaveri e fragole di bosco, allusivi alla passione di Cristo.

    Testo classe II A

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